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Attimi

22 Aprile

Questo pomeriggio ha piovuto, ma adesso da dietro una nuvola grigia come il fumo è spuntato il sole.
Sono seduta sul pavimento della terrazza a tetto.
C’è musica nell’aria. Non so da dove arrivi, ma è piacevole.
Mi sento come la protagonista di un film: l’atmosfera giusta, la colonna sonora giusta, una mente disturbata il giusto. Come finiscono i film con queste belle ambientazioni?
Finiscono a metà. È un punto di vista interessante: raccontano solo piccole parentesi di vita, ma cosa c’era prima e cosa ci sarà dopo lo scorcio che ci mostrano non lo sapremo mai. Probabilmente non è stato immaginato neanche dagli autori. L’unico scopo, oltre all’intrattenimento, è trasmettere qualcosa, una morale.
Qual è la mia morale?
Spreco talmente tanto tempo a cercarla che mi sembra incredibile non averla ancora trovata.
Te micio sai dirmi qual è la tua morale?
E il tuo significato?
Cos’è la vita?
E la libertà?
Cos’è un’opinione?
Il giusto, lo sbagliato?
Ma sopra ogni cosa, perché?
Nel film di cui sono protagonista il mio mestiere è pensare: sono la pensatrice di cose inutili.
Questionatrice di fatti privi di significato, di concetti che vanno al di là.
Si, al di là di cosa? Del senso. Del buon senso. Del senso comune.
Avvocatessa di contenuti mentali per cui ad un certo punto vieni considerato sfigato. No, anzi, svitato.
Deve essere lo stesso piano su cui vive la musica, perché anche in essa non c’è un senso: porta, trasporta, trascende.
Sai micio perché penso di essere al difuori della realtà sensibile? Perché oggi, in questa atmosfera giusta, non riesco a capire se esisto o meno.
Sono seduta sulle mattonelle della terrazza, ma posso chiudere gli occhi e smettere di percepire il pavimento, diventa incorporeo. Riesco a confondermi con il canto degli uccellini e il colore del cielo. Posso liquefarmi nel vento e volare via con il suo sussurro invisibile. Fissare la luce fino a che gli occhi non vedono altro che miliardi di puntini luminosi, e la realtà sparisce.
Il gatto trova la mia caviglia. Morbido.
Forse è per questo che amo i gatti: sono talmente soffici che quando entro in contatto con loro torno ad essere tangibile. Mi confermano che esisto, mi riportano alla realtà. Alla vostra realtà, quella che piace a tutti, che voi vivete con serenità e a cui io mi sono adattata facendo i salti mortali.
E’ finita la musica. Hanno spento. L’atmosfera non c’è più.
Mi alzo, il film è finito.


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