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Voci dalla natura

di Wisteria Whispers

Silvia e Clara Ceccarelli, Elena Fiorentini, Margherita Nesti

Prologo

  1. Whispers of the wood

    Running in the woods let the spirit of the nature call
    Now they play a joke and I’m lost into the dark
    Like a flying bird I sing for them I sing for all around
    I sing for me this song while the leaves are on the ground

    In the waterfall now my dirty painful feet I wash
    And the river cold brings me back into the past
    Now into the flow lots of voices I can hear ‘em call
    In mysterious ways seems like I can understand

    Following the course of the river I keep going back
    Here into the deep of the dusk I have to fade
    I climb up the trees to draw the ridge’s edge
    Until I’m out of breath and I rest on the upland

    Pale lonely face to your sisters you must say goodbye
    Your light kisses my forhead while you’re drowning far behind
    I paint the new day with the colours of a burning sky
    And i call my flames to brighten everything around

In un’epoca senza logica né confini respirano gli alberi tra perle e diamanti. Accecati dal bagliore del bianco manto sognano il caldo risveglio alla vita.
La terra riposa, della natura ascolta il lieve canto: non sarà l’inverno a fermare il mio viaggio.
Questa terra che amo si apre alla luce. Ed io respiro e sospiro tra le lande innevate, abbracciata dal fango mi perdo nel sole, sulle ali del vento mi affido alla vita, mentre l’astro del giorno richiama acqua sorgiva.
Cantano i fiumi grassi di vita, scorrono, ballano, nutron la valle assopita. In un abbraccio scivolan piano nella terra fiorita. Dal fuoco nel cielo è chiamata la vita, rinasci lieta primavera coraggiosa, in te il mio viaggio proseguo, paura bandita.
E a te terra, madre divina dei miei sogni perduti custode, lancio il mio grido più selvaggio. È libero, vola in alto verso mondi che non conosco ma che abbraccio, sento, come l’aria che respiro. Primavera neonata ti porgo il mio saluto e in te ammiro la melodia degli elementi che dentro di me accolgo: oggi vi invoco, udite la mia preghiera.
Mi bagno nel fuoco e mi perdo nell’acqua, di terra respiro, cullata dal vento.

2. Mystery
Tell me my ancient guide, what will I see?
“Your spirit in the sky forever free”.

Tell me my old wise, Why can’t I see?
My spirit in my mind will never be free.

“Too crowded is your mind, how can you see?
There is a silent night behind that film.”

Too awful is my night, my hands, you see,
Are covered by blood of life, that’s why I flee.

“But you can’t flee from your mind, so why run from me?
Thanks to this uprooted lives blessed will be.”

La Terra 🌎

Invocazione alla Terra

Io sono la terra.
La pura, misericordiosa madre selvaggia.
In me porto la vita.
Sicura, tenace, oscura e tiranna.
I fiori della primavera accolgo, ed i miei prati dono agli animali del mondo. Di boschi, mari, montagne, deserti e tutto ciò che esiste sono creatrice, e come terra la fine reclamo. Al mio grembo torna ogni granello di polvere e ogni vita che il piano terreno abbandona.
Come terra accudisco. Eterna, instancabile e logora.
Sono la terra della vita, per la vita dei figli che amo. Terra che trema e la vita consuma, terra a cui ti schiuderai dopo la morte, immersa nel fango, dove tutto torna e ricomincia.
Ogni tuo desiderio custodisco e quieta, immobile, silenziosa il tuo pianto ascolto.

3. Madre
Madre, di queste onde argentate sei madre
Della sabbia dorata sei madre
Negli abissi del fuoco sei madre
Dei riflessi cangianti sei madre, madre, madre, madre

Madre, delle dune bruciate sei madre
Dentro ai boschi morenti sei madre
Sopra i cieli offuscati sei madre
Dei sospiri spezzati sei madre, madre, madre, madre

Ma dove sei sono qui figlia anch’io
E se ci sei
Trovami parlami ascoltami

Madre, dei pendii piangenti sei madre
Tra le mura cadenti fatale
Nelle nebbie sei aria immortale
Porta ossigeno vita dolore, madre, madre, madre

Madre, dei miei sogni perduti sei madre
Dentro ai tuoi silenzi feroce
Io ti sento anche se non hai voce
Ai tuoi figli doni calore, madre, madre, madre

Oh madre bruciami in cenere adesso
Con il tuo soffio
Che io ritorni a te madre

4. Canto Sola
Canto sola
Per la vita
Per la morte
Nella sorte
Di un cammino
Il destino
Dello spirito
Vola libero
Sento il grido
Falco argento
Sul sentiero
L’infinito

5. Selvaggia
Corre oltre i crinali lei corre
Baciata dal sole corre sferzata dal vento
Guidata dall’istinto di questo momento-oh

La cerva sa qual è la sua strada
Elegante spigliata
Rincorre la meta come un’amata, amata

Ed io come lei corro sicura
Verso tramonti di ambra scura
Sulle montagne come sorelle
Un grido selvaggio raggiunge le stelle,
Un grido selvaggio raggiunge le stelle

Chiama la libertà mi chiama
Oltre il burrone chiama verso le alture
lasciando respiro in notti più pure-eh

Selvaggia a piedi nudi selvaggia
Saluto i sentieri selvaggia
Ne inseguo le orme, tra i mirtilli neri ne scorgo le forme-eh

Come la cerva sulla sua strada
Leggiadra e sognante
Rincorre la meta è il sole abbagliante-eh

Ed io come lei corro sicura
Verso tramonti di ambra scura
Sulle montagne come sorelle
Un grido selvaggio raggiunge le stelle,
Un grido selvaggio raggiunge le stelle

Il fuoco 🔥

Invocazione al fuoco

Io sono il fuoco che divampa di passione.
Il fuoco che scalda e d’amore brucia, prigioniero nei corpi di chi d’ardore trema.
Ogni creatura tocco, portando candore.
Pira della cieca rabbia, fuoco impetuoso. Fuoco triste, dalla fiamma sottile, fuoco che non può piangere, ma guida nel buio. Sono il fuoco che porta coraggio, fuoco di conquista a cavallo del rosso tramonto.
Ma sono anche il fuoco gentile che riposa al vento prima delle grande vampa che la terra avvolge, incenerisce, dai cui nuova vita fiorisce.
Col fuoco divino purifico la vita.
E nel fuoco porto la morte.
Sul cielo del giorno sono splendore, e con amore la notte attendo. In questo mondo vivo, respiro, tepore dono.
Da sempre e per sempre di passioni indomite brucio, e all’alba le mie fiamme sorgono nel cuore di chi vive.

6. Light and dark
Rest the demons in your head before they grow and take
your strenght
See the demons in your heart take your strenght and torn
it apart
Now you’re here with light and dark fire battle in your
heart
Now you’re here with light and dark dragons battle in your
heart

7. Notte
Di chi sono i passi che battono sulla terra
Rimbombano nella notte chiara come la luna
Un tuono in lontananza dichiara tempesta
Arriverà la pioggia a cancellarne le orme

Figlia del sole nata dal fango
Rinneghi la tua natura
Lo spirito della terra ti chiama
Sei sorda al suo sussurro
Ma un destino ti lega, è intrecciato a te

Rimane il fumo di un fuoco ormai spento
Svanisce l’ultima traccia al suo coraggio fa appello
Dalle tenebre avvolta nel suo scuro mantello
Muove il primo passo di un viaggio malfermo

Figlia del sole nata dal fango
Rinneghi la tua natura
Lo spirito della terra ti chiama
Sei sorda al suo sussurro
Ma un destino ti lega, è intrecciato a te

Non riconosco il cammino la vista ho smarrito
Demoni e tenebre lusingano la mia anima
Intrecciano trame intorno alle mie membra stanche
Mi cullo nella dolce quiete di una vita senza luce

Sono figlia del sole ma non ne conosco il calore
Piove, la terra si sgretola scura sotto i miei piedi freddi
In questo squallido spettrale teatro annego
E prego che il silenzio si chiuda sul mio cielo

8. Magia
Senti quel fuoco che non si è mai spento
Qualcosa che tu brucia dentro
La luce di ciò che tu sei
Ora è giunto il momento di lavarsi le mani nel fango
Di ridare la polvere agli astri e di svegliare le stelle negli
occhi rimasti
Ridi di questo incessante tiranno
Del giorno del mese dell’anno
È adesso la tua magia

Ora corro da chi sto scappando non so
Ora corro ma dov’è che arriverò
Vuoi una certezza io te la darò:
È l’incertezza tutto quel che non so
Forse c’è vita anche in questo tramonto
C’è morte nel soffio del vento
E ha senso questa follia

L’acqua 💧

Invocazione all’acqua

Io sono l’acqua, della creatività follia.
Senza forma, plasmo la vita.
Sono l’acqua della calma sorgente, da cui raccolgo le lacrime del cielo. Nei mari chiamo tempesta, senza meta fluisco, lenisco. Sul letto del fiume assopita, mi sveglio nella cascata, gioia di vita. Acqua di luna, con le maree impetuosa inondo, imperiosa distruggo, ma la terra disseto.
Sono acqua, fonte di vita.
E nell’acqua accompagno la morte.
Acqua pura, divina; nelle profondità m’immergo e negli abissi mi scopro: il loro scuro sussurro ascolto e di misteriose conoscenze mi vesto.
Sono d’acqua: forza creativa, dal sogno emergo nella terra mi perdo e la vita che in me rinasce abbraccio.

9. River’s Flow
Flow down with the river’s flow

When I’m lying in the waters
And my body has no weight
The waterfall is there to call
The freedom that I crave
When I dive in this cold water
There is nothing that I can’t face
I’m wild and bold and even bright

Flow down with the river’s flow

I’m a savage I’m a goddes
In the magic of this life
I can be everything at the same time
When I’m lying in the waters
I feel blessed cause I’m alive
In the waterfall I’ve found my strenght
And a brand new light

Flow down with the river’s flow

When I’m lying in the waters
Feel the magic of this life
I’m the river, I’m the stream
And I just float by

10. Storm
Sail through the night
No fear or doubt
Our heart is strong you can’t suffocate our fire
Across the sea thunders and shouts
The starry sky
Is hiding behind the clouds

We are warriors of the night
And we sail across the sky
In a sea of stormy clouds and toward the horizon
We may lose our fight we may lose our hope
But we’ll never stop seeking the light

Our fears are pouring down
Like this reckless rain blinding us
And our blood is crystal clear
We’re fierce like wild beasts
Wanderers in the sky

We are warriors of the night
And we sail across the sky
In a sea of stormy clouds and toward the horizon
We may lose our fight we may lose our hope
But we’ll never stop seeking the light

Weeping tears of golden dreams
While we sail across the sea
Our hearts tied to the clouds
While we fall into the light

Weeping tears of golden dreams
While we sail across the sea
Ourf hearts tight to the clouds
While we fall into the light
We embrace the light’s tender caresse
Weeping tears of golden dreams
The styars are listening to our shouts
While we sail with the waves on the sea

11. Rosaden
Un giorno scese al fiume, si chiamava Rosaden
Di petali di fiore fece dono a lui e a sè
Osservava i boccioli che svanivan tra le onde
Vorticose gocce di luce s’immergevano profonde

Giochi di ombre riflessi nell’acqua
Ombre e luci nella speranza
Di un cuore vivo, cuore di bimba
Rosaden canta e diventa ninfa

E canta Rosaden ih ih ih….

E lei danzava scalza sopra i sassi lisci e freddi
L’acqua chiara le bagnava dolce i morbidi capelli
Libellule danzanti si stagliavan contro il sole
Il vento tra i giunchi sussurrava il suo amore

Sempre sussurri nella sua mente
Sogni vissuti ma vagamente
Specchio di questo specchio di niente
Rosaden canta e il fiume la sente

E canta Rosaden ih ih ih…

Tra i salici dormiva e le onde eran farfalle
Il profumo del pioppo in fiore nutriva la grande valle
Le rondini ridevano pensando al tempo che passa
La luna la vegliava perpetuando la sua danza

Coperta di foglie sognava la vita
Risa di bimba che si è smarrita
Pianto di bimba che trova la strada
Ogni goccia nel fiume è lasciata

E canta Rosaden ih ih ih….

Solo per amarlo intensamente esisteva
Il fiume saggio contemplava quieta fino a sera
Solo per sognare lei viveva in questo mondo
Che un cuore puro in piena è sempre limpido e profondo

E allora Rosaden dentro al fiume si gettò
Di ogni cosa si spogliò, la sua paura abbandonò
E canta Rosaden, a ogni sorte rinunciò
Il suo sogno abbracciò e così il fiume cantò

E canta il fiume canta ih ih ih…

L’aria 💨

Invocazione all’aria

Io sono l’aria.
Respiro pacata all’ombra dei salici e con ali leggere sfioro ogni cosa. Sono aria pura, fluida senza paura. Sono l’anima potente delle tempeste, l’aria dei venti freddi e delle calde correnti. Sono il respiro antico e potente, dono la vita senza chiedere niente in cambio, se non di affidarsi a questa esistenza, come foglie nel vento d’autunno.
Sono l’aria, soffio di vita.
Aria che nella morte spira.
In me il mondo respira, e per chi mai io sospiro? I misteri della vita danzano con le mie piume librandosi sulla musica di cui racconto, danza l’amore che nel mio cuore bambino raccolgo.

12. Sogno d’estate
Da lassù il primo raggio sei tu
Bagni il viso, lo apri in un caldo sorriso
Sul fiume d’argento, riflesso di un dolce tormento
Sogno d’estate, miracolo sulle vallate

Di disarmante bellezza, come un dolce carezza
Eppur mi mostri la forza di una cascata rabbiosa
Che spazza via ogni certezza
Con l’aria fredda che mi respinge che mi sconfigge

Che sei tu, raggio di sole lassù?
Bacio sulla pelle prima di un bagno di stelle
Da lassù, l’ultimo raggio nel blu
Scalda il viso, lacrime di paradiso

Di disarmante bellezza, come un dolce carezza
Eppur mi mostri la forza di una cascata rabbiosa
Che spazza via ogni certezza
Con l’aria fredda che mi respinge che mi sconfigge

13. Vento d’Autunno
Vento, vento, vento
Vento parla abete danza
Il legno canta
E tu ti perdi nell’azzurro tra le foglie

Respira il colore del bosco
Così verde in un autunno neonato
Lucente al tiepido sole e tu
Anneghi nell’azzurro tra le foglie

Vento parla abete danza
Il legno canta uhuhuhuhuh
E tu ti perdi nell’azzurro tra le foglie

Sorelle cantate col legno
Flessuose come fronde al vento
Cantate per questo giorno ed ogni momento
Nel soffio volate nell’azzurro tra le foglie

Vento parla abete danza
Il legno canta uhuhuhuhuh
E tu ti perdi nell’azzurro tra le foglie

Scopri chi sei tra i rami ondeggianti
Non ti conosci finchè non t’incontri
E le parole son così vuote per raccontare questo infinito
Accarezza lo zaffiro illuminato dall’astro di questo giorno

Sorelle cantate col legno flessuose come fronte al vento
Cantate per questo giorno ed ogni momento
Strette al soffio volate nell’azzurro tra le foglie

Vento, vento, vento

Epilogo

Scopri chi sei tra i rami ondeggianti.
Non ti conosci finché non t’incontri.
E queste parole sono così vuote, inutili per raccontare di questo infinito.
Vita, portatrice di immensi misteri, sole che illumini la valle in questa dolce primavera, acqua della sorgente che disseta i giunchi verdi, dolce brezza che rischiara il cielo diafano. Quali graditi doni porta con sé la fine dell’inverno, quanto amore tra le ali delle farfalle e che ricchezza la rugiada che i fiori specchia. Di quante storie tu narri, oh dolce natura. Quanti e quali misteri si celano negli abissi nascosti? Guidami la dove il fuoco primigenio tutto consuma. Nel caos di dolore lacrime e cenere rinasco come una fenice e mi bagno nella vampa: dall’incendio puro, divino, di nuova luce sono irradiata, e con lei torno in superfice ad illuminare e riscaldare ogni creatura.
Raccontami, oh madre terra, di come racchiudi in te ogni scintilla dei tuoi amati figli, di come il vento li carezza e di come la pioggia li disseta.
Stringimi nel tuo abbraccio dove nessuno è mai solo.

Guarda lassù, sulla collina. L’antico rudere ospita le scintillanti foglie di un giovane glicine. Il lilla dell’anima ammira, magia, si perde nel viola regale. Lui fiorisce, forte e puro, resistente al freddo inverno, e forte nelle siccità estive. Il susseguirsi delle stagioni ammira, e il simposio degli elementi respira: il glicine sussurra e canta, piano e dolcemente la sua voce di perde nel bosco, dove i grandi misteri della vita fremono.
E io libera, selvaggia, salto nella cascata e pazza di vita, col glicine canto di amore e amicizia. Chiamo a raccolta ogni voce, che con me si perda nel vento, delle sue ali mi fido e la mia vita a lui affido.

14. Nel sole
Io lo so, si lo so, seguirò la tua voce
E se al vento mi abbandono sparirò nel suo soffio

Nel profumo dei fiori qui danzan le api
Con le farfalle ed i loro colori
Ed il canto e le fate, che fragranza ha la vita
Dal suo respiro tu sei rapita

Io lo so, si lo so, seguirò la tua voce
E se al vento mi abbandono sparirò nel suo soffio
Io lo so, si lo so, che nel sole morirò
È la vita che ci chiede di fidarci ancora un po’

Ora accolgo nel cuore paure e dolori
Ritorno a casa tra prati e boccioli
E fluisco leggera in un fiume di vita
Mi sciacquo le mani con aria pulita

E respiro beata la fresca rugiada
Canto in un soffio quest’alba dorata
Sopra ai petali chiari una goccia è posata
Specchio di luce incantata

Io lo so, si lo so, seguirò la tua voce
E se al vento mi abbandono sparirò nel suo soffio
Io lo so, si lo so, che nel sole morirò
È la vita che ci chiede di fidarci ancora un po’

Mi culla il richiamo sono dal sole rapita
Rinasco anch’io in questa terra sorgiva

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Riccioli, fiocchi rosa e innocenza

Finalmente sono riuscita a mettere un punto al primo capitolo della nuova sfida che mi sono lanciata: raccontare le vostre storie. Su instagram, (@alicendemon) non molto tempo fa, ho chiesto se qualcuno voleva raccontare tramite i miei scritti episodi emotivamente forti e significativi. Ognuna delle risposte che ho ricevuto rappresenta una piccola sfida per me, ma anche per chi ha deciso di aprirsi.
Non voglio anticipare niente del racconto “Riccioli, fiocchi rosa ed innocenza“, tranne una singola cosa doverosa: ciò che leggerete sotto è tratto da una storia vera, alcune parole potrebbero urtare la sensibilità di chi non è emotivamente stabile e consapevole. Invito chiunque altro alla lettura e alla condivisione. Di certi argomenti non si parla mai a sufficienza. 


Camminava spedita per le vie di Londra. La sua destinazione era uno dei tanti meravigliosi parchi che costellavano la città, dove aveva appuntamento con una sua cara amica. Noemi – questo era il suo nome –era tanto abituata al caos di quella metropoli colorata e poliedrica che fare lo slalom tra i passanti le veniva spontaneo quasi quanto respirare.
Anche se la giornata era iniziata con grigiore, da poco aveva smesso di piovere ed un timido solicello era spuntato all’orizzonte, dietro il Big Ban.
Con la coda dell’occhio scorse qualcosa che attirò la sua attenzione, tanto da farla fermare per osservare.
Dall’altro lato della strada, sopra la porta di un pub, dei fiorellini viola e rosa facevano capolino da un vaso appeso. Una bambina, attratta dai colori, si era fermata tirando la mano della persona che era con lei: un uomo ben oltre la mezza età.
Noemi, anche adesso che era diventata una donna, ogni tanto rimaneva catturata da immagini che richiamavano ricordi. Stralci di un passato che talvolta non sembrava appartenerle, ma che portava inciso sulla pelle, sotto quel tatuaggio sottile. Insieme ad esso, era viva la consapevolezza che anche se la sua coscienza poteva dormire a comando, certi avvenimenti sarebbero stati per sempre indelebili.
Bastava poco: una conversazione udita di sfuggita, la pagina di un libro, la scena di un film… o una bambina ricciolina di fronte a lei, per mano ad un uomo che, si augurava, fosse suo nonno.
La piccola non poteva avere più di dieci anni, era girata quasi di spalle e anche se il suo profilo era semi-nascosto dietro i capelli, Noemi poteva scorgerne la bellezza.
Avete presente i ricciolini piccoli piccoli, precisi e ordinati sulla testa di una bambina? Una vera rarità, in un mondo costituito perlopiù da piccole lisce od ondulate. La ricciolina aveva anche due fiocchetti rosa in testa ad incorniciare quella sua rara e preziosa caratteristica.
Anche Noemi, che osservava dall’altro lato della strada, era stata una bambina così.
Gli stessi capelli riccioli ed ordinati, anche ora che era cresciuta, le scappavano da sotto il cappello.
 “Ogni riccio un capriccio”.
Se lo aveste detto alla lei adolescente, in mezzo alle sue ribellioni, vi avrebbe risposto che si, conosceva i suoi capricci. Freddamente consapevole di tutti i suoi errori, che commetteva con un piacere quasi autolesionista. 
Era stata una bambina capricciosa, qualcosa dentro di lei non si risparmiava mai di ricordarglielo, ma era anche stata una bambina come tante: desiderosa di amore, di condivisione, di comprensione emotiva. Desiderosa di una o più guide tra gli adulti, per affrontare gli anni che nel susseguirsi aprivano sempre più porte a meccanismi a lei sconosciuti.
Per una volta ancora, quella che ora era una giovane donna, camminando per le strade di Londra in una fredda primavera, con la mente era volata verso ricordi che per anni le avevano destato paura e vergogna.
Quante volte aveva sbagliato nella vita? Forse era nata sbagliata?
Quando aveva 9 anni se lo era chiesto spesso, chi sa se con ingenuità o disperazione.
Era passato al massimo qualche secondo da che aveva ripreso la strada per raggiungere Hyde Park, quando una voce la riscosse dai suoi pensieri.
«Beccata! – a pochi centimetri dal suo volto era comparso l’ampio sorriso di Alice – guarda che assurda casualità! Sono risalita su dalla fermata della metropolitana proprio nel momento in cui stavi passando qui davanti».
Il sorriso della ragazza, però, si spense un poco.
«Tutto a posto Noemi?».
Lei si riscosse in un istante «Si, certo. Mi hai solo colta alla sprovvista, ero immersa nei miei pensieri. Proseguiamo insieme?».
Così si incamminarono verso il parco. Trovarono una panchina libera riscaldata dal sole dove sedettero a sorseggiare con calma due caffè americani.
«Alice, ricordi quella storia di cui ti parlai qualche anno fa? Quando avevo nove anni…».
«Come potrei dimenticare?» le rispose subito.

Era accaduto tanti anni prima. All’epoca, dopo la scuola, Noemi frequentava una palestra dove faceva ginnastica artistica con tante altre bambine come lei. Le piaceva quella palestra, la teneva a distanza da situazioni che nella sua casetta le stavano strette.
Noemi era stata una bambina bellissima. Sembrava molto più grande della sua età, tanto che spesso veniva proprio trattata come se avesse qualche anno in più: inorgoglita dall’essere considerata matura, non poteva capirne i lati negativi.
Nella palestra che frequentava c’erano tante persone gentili, come le insegnanti ed il custode.
Lui, in particolare, era il più affabile di tutti: le sorrideva sempre, ogni tanto si avvicinava e le faceva dei dolci complimenti sussurrando al suo orecchio. A lui piacevano tanto i suoi ricciolini.
Noemi, adesso che era diventata una donna, non ricordava cosa succedeva nella sua mente infantile ed ingenua quando lui le offriva quei gesti.
Avete presente la sensazione che lasciano i sogni vividi?
Quelli talmente reali che al risveglio lasciano il bisogno di alcuni secondi di lucidità prima di poter capire dove si è?
Lei, un giorno, si svegliò da un sogno di quel tipo, ma con i lati ribaltati: fu costretta a risvegliarsi dalla realtà nella realtà.
Quelle mani, le mani di quella persona gentile, correvano veloci in posti che non avrebbe osato dire.
«Va tutto bene, non è nulla – era una voce sincera, dolce – no, no… non ti agitare, non essere capricciosa, altrimenti diventa più difficile».
Era la voce dolce che aveva imparato a conoscere, forse anche con un po’ di affetto.
La prese per la nuca con forza prima che la sua lingua si facesse spazio nella sua bocca.   
Trascorse un tempo impossibile da misurare, dilatato oltre le percezioni dell’essere umano poi all’improvviso si svegliò dalla realtà nella realtà e per ritrovarsi a raccontare quel sogno, che un sogno non era.
Si scorse ad essere, per la prima volta, una priorità in quella caotica casa dove di crucci già troppi ve ne erano: d’un tratto era diventata il problema centrale.
Tutti gli avvenimenti si susseguirono con una rapidità surreale: le reazioni della famiglia, le reazioni legali, le sue emozioni. Sensazioni attribuibili ad un sogno, ma con lo schiaffo della realtà che la allontanava da sé stessa, dal suo corpo, che suo più non era.

«Suo. Suo di chi? »

«Io? Chi sono io? Io sono una bugiarda».

«Me lo sono cercato perché sono provocante».

«No. Sono solo una bambina fantasiosa e capricciosa. Non è successo proprio niente».

«E’ tutto finto. Ma cosa è finito, il senso di questa esistenza che mi è stata imposta, che non ho scelto? Il senso di questa vita da cui ho dovuto farmi scudo con le mie braccia?»

«Dovrà pur esserci – disse Alice ricordando l’episodio –  un motivo se nel mondo dei grandi si entra a piccoli passi. Babbo Natale è reale fino a che un bambino non è pronto a capire autonomamente la fantasiosa invenzione. Nessuno ci costringe a smettere di crederci fino a che non capiamo da soli la dolce bugia. Questa lieve forma di rispetto per te è venuta meno in quell’occasione.
Funziona così questa società sbagliata: il rispetto per l’età esiste fino a che va tutto bene, ma quando un evento sconvolge una vita la priorità perde ogni dignità e si pretende da una fanciullina la maturità di un uomo.
Chi sa perché nessuno vede questa mancanza di rispetto.
Hanno fatto piovere su di te bambina domande violente come i temporali invernali, pretendendo risposte il più simile possibili a ciò che è facile e non a ciò che è giusto».
«Chi sa come mai è così difficile smascherare un lupo vestito da agnello» rispose Noemi con una punta di fastidio nella voce.
«Forse perché il lupo è furbo, è ingegnoso, ed è terribilmente esperto. Sa quello che fa. Quell’uomo non ha dovuto rispondere agli interrogatori crescendo in un solo giorno. Lui non era intimorito dalla polizia, dalla psicologa o dal giudice. Lui adulto lo era già.
Una domanda mi sorge spontanea: chi sa se quella con te era la prima volta, se già aveva abusato di altre bambine, o se… o se lo avrà fatto di nuovo» rabbrividì.
«Nell’armadio non deve possedere molti vestiti, saranno più che altro scheletri. E costumi da agnello. Da dietro a quelle maschere riderà nel pensare a mia madre in lacrime il giorno che entrando nella mia stanza mi disse “Abbiamo perso, hanno dato ragione a lui”.
Non oso neanche provare ad illudermi che non lo abbia fatto di nuovo. Io non sono un caso raro, queste cose succedono con una spaventosa frequenza, alimentate dal fatto che spesso sono taciute da parte di chi le ha subite. Per vergogna, per paura, o perché, come è successo a me, non si viene creduti. Bambini e bambine diventano adulti e poi anziani, in molti arriveranno al loro ultimo respiro senza riuscire mai a tirare tutto questo fuori dalla loro testa».
Alice la osservò con intensità, come a chiedersi se quello che stava per dire fosse un passo troppo lungo o meno.
«Tu però adesso ne parli Noemi, lo condividi, e credo che condividerlo sia uno strumento potente per la consapevolezza: sia per chi cerca di eclissare la realtà che ha vissuto, ma anche per chi non ha mai sentito parlare di questi episodi. Ne parli con una sorta di naturalezza che, ti dico con il cuore, ti rende onore. Ti avvolge di dignità e di coraggio. Hai imparato a conviverci».
«Conviverci no, se conviverci vuol dire dimenticare – disse con enorme consapevolezza – ci ho fatto pace. È accaduto, non ho potere su ciò che successe quel giorno: ha fatto di me quella che sono adesso, mi ha forgiata, non posso dimenticarlo. Guarderò sempre il mondo intorno a me con un occhio diverso, osservando i pericoli che, chi ha avuto la fortuna di non vivere questa esperienza, probabilmente non noterà mai. Non voglio fingere, oppure dimenticare l’esistenza di persone come quest’uomo; la memoria, come hai suggerito anche te, deve diventare uno strumento di condivisione».
«Anche per aiutare chi, a differenza tua, non è riuscito ad esorcizzare ciò che gli è successo» concluse Alice. 
Cadde un silenzio sereno, privo di disagio. 
Il sole aveva iniziato a battere insistentemente sul laghetto che Noemi ed Alice avevano di fronte, ormai il grande Hyde Park era asciutto e gremito di passanti.
Alice si guardò intorno rimuginando su quanto si erano appena dette: quel giorno c’erano tante persone nel parco: chi di loro guardava il mondo con gli stessi occhi di Noemi?
Chi sa se tra quelle donne, uomini e bambini c’era qualcuno che si era arreso a condurre una vita fatta di realtà nascoste, o se qualcuno di loro era come il custode nella palestra che Noemi frequentava da bambina.
Le amiche si alzarono a passeggiare sotto i raggi del sole e nessuna delle due, almeno per quel pomeriggio, menzionò più l’argomento. Ma lasciandosi il laghetto alla spalle, entrambe si chiesero perché anche nell’epoca moderna fosse così semplice, seppur non giusto, lasciar cadere – legalmente – i diritti di un bambino.